Plutarchi Chaeronensis De musica Carolo Valgulio interprete. A cura di Angelo Meriani, Florence, 2021.
Éditeur : Sismel - Edizioni del Galluzzo
Collection : Il Ritorno dei Classici nell'Umanesimo, 3.12
X-156 pages
ISBN : 978-88-8450-846-1
38 €
La traduzione latina del De musica plutarcheo, che Carlo Valgulio approntò almeno in parte prima del 1492, uscì dall'officina tipografica bresciana di Angelo Britannico il 1° aprile 1507, preceduta, nel medesimo opuscolo, da un ampio Prooemium, la cui stesura finale è certamente posteriore al 1502. La duplice fatica, della quale non si conoscono manoscritti, e che precede di due anni l'editio princeps del testo greco del De musica, all'interno dell'Aldina dei Moralia di Plutarco, è dedicata a Titus Pyrrhinus, nome latinizzato del giovane chierico Tito Perini da Gazzaniga. Se la traduzione testimonia il profondo interesse maturato da Valgulio per la musica fin dagli anni '70 del Quattrocento, il Prooemium documenta la sua conoscenza diretta e approfondita di testi musicologici greci, cosa assolutamente straordinaria per l'epoca. Grazie alla loro fortuna editoriale, legata all'imponente diffusione, lungo il Cinquecento, delle traduzioni di altre opere del corpus plutarcheo, i due testi, dei quali si presenta qui l'edizione critica, costituirono una fonte preziosa di notizie sulla musica greca antica soprattutto per trattatisti, teorici della musica e compositori contemporanei e successivi, i quali, salvo rarissime eccezioni, non erano in grado di leggere il greco. Certamente ben noti all'interno della Camerata Fiorentina, rimasero presenti alla riflessione sia di Vincenzo Galilei, che ne commissionò o ne approntò egli stesso dei volgarizzamenti, sia di Gioseffo Zarlino, esponenti, su posizioni contrapposte, di una ben nota polemica in materia di teoria musicale che si sviluppò nell'ultimo quarto del secolo XVI. Fu certamente in considerazione di tutto ciò che il nome di Valgulio fu incluso nella voce Musique, redatta da J.-J. Rousseau per l'Encyclopédie di D. Diderot e J.-B. d'Alembert, e poi confluita nel suo Dictionnaire de musique, all'interno di una lista di altri intellettuali benemeriti della disciplina, dallo stesso Zarlino a Mersenne, da Tartini a Rameau.
Source : SISMEL - Edizioni del Galluzzo
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